AUTORITRATTI

Teresa Mancini partecipa con un suo lavoro alla mostra  collettiva Autoritratti

a cura di Loredana Rea.

Martedì 1 febbraio 2011, alle ore 18,00 a Roma, presso lo Studio Arte Fuori Centro, via Ercole Bombelli 22, mostra L’esposizione rimarrà aperta fino al 18 febbraio, secondo il seguente orario: dal martedì al venerdì dalle 17,00 alle 20,00.

Il tema che fa da collante al percorso espositivo è la volontà di rendere manifesto non solo l’immagine che ognuno ha di se stesso, quanto piuttosto ciò che vive accanto, dietro, dentro essa, come se le inconfondibili sembianze del proprio corpo fossero un fragile simulacro che a stento nasconde il vero sé.  L’opera si offre allo sguardo come specchio di sé, in cui l’immagine dell’artista si materializzi affiorando dallo stagno di Narciso come reale o metaforico autoritratto, a raccontare attraverso segni e colori la complessità della singola esistenza.

AUTORITRATTI, ph teresa mancini

AUTORITRATTI, ph teresa mancini

Ventinove sono gli artisti invitati: Minou Amirsoleimani, Renzo Bellanca, Franca Bernardi, Paolo Borrelli, Elettra Cipriani, Elisabetta Diamanti, Mimmo Di Laora, Gabriella Di Trani, Anna Maria Fardelli, Marco Ferri, Delio Gennai, Dante Gentile Lorusso, Salvatore Giunta, Paolo Gobbi, Vincenzo Ludovici, Giuliano Mammoli, Teresa Mancini, Rita Mele, Franco Nuti, Viola Pantano, Antonio Picardi, Teresa Pollidori, Fernando Rea, Rosella Restante, Marcello Rossetti, Vincenzo Rusciano, Alba Savoi, Elena Sevi, Oriano Zampieri. 

Ognuno ha creato un’opera nelle dimensioni stabilite di 30×30 utilizzando la tecnica e i materiali più congeniali alla propria operatività. Si spazia quindi dalla pittura all’utilizzo di materiali eterogenei per esemplificare la molteplicità delle proposte linguistiche spesso molto distanti per formazione e risultati ed esaltare le differenze, le singolarità, le inevitabili diversità di orientamenti, che rappresentano il tessuto vitale della sperimentazione contemporanea, con l’intento di svelare il volto più vero di ciascuno.


Testo critico di Loredana Rea

AUTORITRATTI   per catturare l’autentico sé

 Talora nel crepuscolo un volto ci guarda dal fondo di uno specchio; l’arte deve essere come quello specchio che ci rivela il nostro proprio volto.  J. L. Borges

Sfiorare l’indicibile, inseguire il fuggevole, catturare l’autentico sé (o forse viceversa l’altro in agguato nel sé), che vive accanto, dietro, dentro la propria immagine, in quella fragile prigione rappresentata dal proprio corpo, è l’idea alla base di questa nuova esperienza espositiva, in cui tutte le opere sono stata realizzate per raccontare la complessità di ogni singola esistenza e svelare il volto più vero di ciascuno.

Per l’artista, infatti, l’opera è una sorta di specchio sulla cui superficie giunge a compimento la rivelazione di sé e di conseguenza l’azione creativa è sempre un simbolico autoritratto, possibilità di conoscersi profondamente e in maniera più consapevole grazie a un complesso processo d’introspezione e, soprattutto, occasione di oltrepassare gli asfittici confini del proprio io, per vedere oltre e comprendere le ragioni dell’esistenza al di là dall’apparenza incongruente del quotidiano.

L’artista come Narciso specchiandosi nello stagno si innamora della propria immagine, ma a differenza di quest’ultimo non muore nel tentativo di appagare il bruciante desiderio di sé, proietta anzi la propria libido egotistica all’esterno, per cogliere il limite fluido tra il sé e la molteplicità del mondo.  Finisce allora con riconoscere la realtà interiore come parte integrante della realtà esteriore, e l’opera, che è rispecchiamento del dentro nel fuori, diventa il mezzo attraverso cui è possibile sconfiggere la morte, quella di Narciso, sopraffatto fatalmente dall’impossibile abbraccio con la propria immagine.